giovedì 5 agosto 2010

Una mia poesia PATIOR

Patior
(dal latino patior-pateris-passum sum-pati = soffrire,subire,patire ovvero passione)

Quasi dimentico il tuo nome, ma non la tua verità.

So bene com'eri ieri:
un nugolo di farfalle nel mio cuore impazzito,
vasti cieli di sole e di luna,
corse sfrenate di bianchi cavalli arabi.

Di te avevo fatto un tabernacolo profuso
d'ambra e di gelsomini;
c'era tutto in quell'ostia consacrata al Dio Patior,
peccato mancasse proprio la tua essenza.
Quella l'avevo solo immaginata.

Alla porta del paradiso
c'era sempre il tuo fingere
vuoto,
ripetuto,
irriverente,
sinistro,
DANNATO e, sfiorandoti,
nella mano non è rimasto altro che la luce della notte.

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