martedì 12 ottobre 2010

Poesia per TizY

Tizy questa è la poesia che ho scritto per te....


Come un aquilone

Icone nella mia vita gli amori
come rose subito deflorate.
Allora rondini
ubriache del loro volo libero
si inseguivano
tra le nubi screziate di fiordalisi:
ovunque sfogliavo la tua presenza,
mentre la superficie liquida
ed inquieta del mare,
in eterno moto,
rimandava il canto stridulo,
pervicace ed irriverente
dei gabbiani.
Nella mia vita sei stato come l'aquilone:
reggendomi a quel filo sono andata a spasso
per i cieli,
non dando retta alla ragione.
Ma certi voli sn caduchi:
tu hai preso un'altra via
e adesso ti vedo volteggiare verso il sole,
ma ormai sei un punto sempre piu' lontano
e me ne duole.

venerdì 10 settembre 2010

Poesia - Accanto

E lentamente il cerchio si chiude:
le nostre anime inesorabilmente
si avvicinano e già si sfiorano.

Strano, la luna mi appare piu' bassa
stasera,
ed anche il sole ha mutato
il proprio colore.

La notte ha inizio la danza
degli astri;
stelle azzurrognole tremano
sul nostro capo,
pur essendo, tu ed io,
a milioni di chilometri di distanza.
Con la loro immutabile luce
ci indicano la via per trovarci.

Attraverso miriadi di metropoli,
montagne,oceani,laghi,fiumi
ed inesplorati sentieri
ci conducono l'un dall'altra
con la selvaggia forza dell'amore.

Sollevo la mano ed avverto
la pressione bruciante,
ma invisibile,
del tuo palmo.
Dunque, non sei poi così lontano;
ormai l'ineluttabile ha falciato il percorso
e poche miglia restano da percorrere.

Nel sonno boccheggio ,
masticando aria,
pochè l'attesa vuol rompere le barriere
ed il sogno assume,
a volte,
i tratti dell'incubo.

Ma tu sei la felicità?
Se indossi il volto del destino,
perchè i miei fiori han perduto
i loro petali e
l'orologio si è fermato?

Invano attendo risposte:
nel mio orecchio solo il tuo sibilo
sempre piu' vicino....

sabato 28 agosto 2010

Poesia - Muore l'estate

Muore l'estate,
ma non mi addoloro poichè altre stagioni,
in attesa,
guardano alle mie speranza future,
ma non troppo lontane.

Muore il giorno,
ma non mi angoscia l'agonia della luce che,
stremata,
debolmente s'adagia sulle ultime ore al tramonto;

in fondo, rido,
poichè so che l'autunno, dagli schizzi di fanghiglia
per le strade,
saprà trarre umori
altrettanto vitali quanto i mesi del sole.

Muore la spensieratezza
di lunghe vacanze
trascorse a poltrire su infinite distese
di sabbia dorata,
davanti ad un mare il cui confine,
al mio occhio,
non è dato vedere.
Eppure nemmeno tale mancanza m'abbatte,
poichè il tempo mi farà ritrovare
il respiro salmastro di quelle acque.

Però muore anche la dolce carezza
del tuo amore
ed è qui che anch'io mi sento morire.

sniff :( -----------> l'ho aggiunto dopo, non fa parte della poesia

martedì 17 agosto 2010


Il piu' recente look di Tiziano col ciuffo dritto...a meno che non se lo sia tagliato in questi giorni !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :-)

lunedì 16 agosto 2010

"Il picciotto" poesia mia

Il picciotto

Sto chiuso tra quattro mura,
col sole che si spegne contro il graticcio della finestra,
l'odore dei compagni di cella e di una stantia minestra,
la visita di mia moglie una volta al mese,
rare lettere di mia madre
che sempre piange laggiu', al paese.

Questa è la sorte che mi son cercato,
quando ho creduto d'esser fortunato,
e di poter lasciare la valle degli ulivi,
dando un calcio alla miseria,
perchè da bambino ero già disincantato.

Mi han messo in mano una lupara,
mi han detto "Vai e spara!
Lo fai per l'onore, lo fai per Cosa Nostra!".

A quindici anni si può anche non capire niente
a quindici anni si puo' anche dar retta a certa gente.
E' così che sono andato e, senza pensarci troppo,
ho mirato:con soli due colpi l'ho falciato,
è così che sono diventato un picciotto rispettato.

Da lì tutto è cominciato:
la ricchezza dà tutta un'altra ebbrezza.
Ho imparato anche a patteggiar con Dio:
si può annullare la coscienza ed il proprio Io
pur di non vivere con la fame che t'azzanna
ed il disprezzo di chi sa che non possiedi niente.

Ho fatto cio' che m'era conveniente,
per anni ho vissuto come m'avean promesso e,
solo quando uomini in diviso m'han fermato,
ho capito che tutto era sbagliato.

Ora non posso far piu' niente,
se non guardar dalla finestra
quel brandello di esistenza che mi resta,
sperando che in ciel, lassù,
qualcuno comprenda quanto sia difficile vivere quaggiu'
e tenda la mano in un perdono su cui ho sputato
quand'ero un picciotto rispettato.

giovedì 5 agosto 2010

Una mia poesia PATIOR

Patior
(dal latino patior-pateris-passum sum-pati = soffrire,subire,patire ovvero passione)

Quasi dimentico il tuo nome, ma non la tua verità.

So bene com'eri ieri:
un nugolo di farfalle nel mio cuore impazzito,
vasti cieli di sole e di luna,
corse sfrenate di bianchi cavalli arabi.

Di te avevo fatto un tabernacolo profuso
d'ambra e di gelsomini;
c'era tutto in quell'ostia consacrata al Dio Patior,
peccato mancasse proprio la tua essenza.
Quella l'avevo solo immaginata.

Alla porta del paradiso
c'era sempre il tuo fingere
vuoto,
ripetuto,
irriverente,
sinistro,
DANNATO e, sfiorandoti,
nella mano non è rimasto altro che la luce della notte.